Un nuovo e interessante, ma anche utile, trattamento della medicina estetica è quello che sta prendendo sempre più piede in questi anni: la tricopigmentazione. Si tratta, come dice la stessa parola, di una colorazione che deve costruire o ricostruire aree prive di peli, lasciate vuote da cicatrici, calvizie o traumi di altro tipo. In poche parole, è una tecnica che “maschera” la caduta dei capelli, tramite un effetto colorazione che, specie negli uomini, è molto richiesto e apprezzato. Nello specifico, ecco come si esegue la tricopigmentazione e perché va eseguita solo da esperti, altrimenti i danni potrebbero essere difficili da recuperare.
Tricopigmentazione, in cosa consiste?
La tricopigmentazione serve a ricolorare quelle zone del cranio che sono prive di capelli; si può fare anche su altre parti del corpo prive di peli. Si esegue tramite uno strumento simile a quello dei tatuatori, perché di fatto si tratta di un vero e proprio tatuaggio. Lo strumento, una penna fornita di un insieme di minuscoli aghi, inietta sottopelle un colore non tossico che va a riprodurre l’effetto “ricrescita” dei peli.
Essendo un tatuaggio vero e proprio, bisogna seguire alcuni validi consigli prima del trattamento e immediatamente dopo. L’effetto che si otterrà sarà un “finto capello rasato” oppure, se eseguito su una zona già piena di peli, un effetto “rinfoltimento” che mascherano la calvizie o la caduta. Chiaramente per ottenere effetti validi bisogna affidarsi a mani esperte, non a chiunque prometta miracoli sul web. Informatevi bene, perché se non sceglierete bene potreste avere danni che poi comportano un lungo recupero – quando va bene!
Risultati oppure danni della tricopigmentazione. Come rimediare?
Se la tricopigmentazione è fatta bene, secondo i giusti criteri e in modo competente si ottengono risultati validi e duraturi nel tempo che migliorano lo stile di vita della persona:
- Effetto rasato – si tratta di quel colore grigiastro tipico del capello che ricresce dopo la rasatura. E’ un metodo ottimo per gli uomini che soffrono di calvizie totale.
- Effetto denso – in questo caso si tratta di un effetto di riempimento che tende a infoltire i capelli troppo sottili e radi che lasciano intravedere il cuoio capelluto. Il colore maschera proprio queste “chiazze” e dà un aspetto più omogeneo all’insieme.
- Effetto correttivo – è una tipologia di correzione minore, che si applica a teste già abbastanza ben coperte in cerca della perfezione. Può magari essere usato su aree minime più volte per motivazioni specifiche, come un trauma o una operazione; in questo caso ovviamente serve il parere del medico.
- Effetto ibrido – una copertura più intensa, che dà l’effetto di una ricrescita più avanzata. Si può usare sia su teste calve sia su teste con pochi capelli, funziona bene in ogni caso.
Una tricopigmentazione fatta da persone non esperte o da “tatuatori improvvisati” può causare danni visibili su ciascuno di questi effetti. Per esempio, punti di colore troppo grossi affiancati a punti piccoli, errori di colorazione che tenderanno a sfumature verdastre o blu, sovrapposizione di punti troppo evidenti, oppure una copertura non omogenea o non “dritta”.
A questi danni occorre rimediare in fretta, perché il problema estetico diventerebbe addirittura invalidante per chi è già frustrato o non sicuro di sé. Un professionista vero, saprà come rimediare anche al danno più grave. Ad esempio, una colorazione verdastra o blu, viene prima cancellata con sedute laser (indolori ma lunghe) e poi rifatta usando il pigmento adatto. Una serie di punti fatti male verrà semplicemente reintegrata con una colorazione più omogenea. Una linea storta può essere recuperata creando una nuova “finta” attaccatura del capello guidata stavolta da una mano sicura e soprattutto esperta.